Ospiti illustri: il Polittico di Castello Brown da Portofino al Laboratorio di Restauro e Diagnostica della Soprintendenza
Data:
15 Febbraio 2024
La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia svolge una costante attività di tutela nel territorio di competenza attraverso la verifica dello stato di conservazione del patrimonio, sia di proprietà dello Stato sia degli enti pubblici o di altri soggetti, come indica l’articolo 10 del Codice dei beni culturali (DLgs 42/2004 e ssmmii). Predispone e realizza, in accordo e in collaborazione con gli enti proprietari, una coordinata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro dei beni.
La tutela sul territorio ligure operata dalle Soprintendenze consente la scoperta di un patrimonio identitario, meritevole di studio e protezione: al di là delle mere opere d’arte, i beni culturali costituiscono testimonianze aventi valore di civiltà. Rivelare alle comunità l’importanza, la datazione, l’autografia, il significato dei propri beni culturali è accendere un’inedita attenzione verso gli stessi in ideale raccordo con chi ci ha preceduto, ma anche con chi verrà.
A fronte della sua importanza, il polittico a tempera su tavola già attribuito a Raffaele e poi anche con Giulio De Rossi, cronologicamente ascrivibile al 1570 circa, ha manifestato sin dai primi sopralluoghi al Castello Brown a Portofino una situazione conservativa assai compromessa: non appena possibile, è stata valutata l’opportunità di eseguirne il recupero presso il Laboratorio di Restauro e Diagnostica della Soprintendenza ABAP-MET-GE, dove è finalmente giunto per essere sottoposto a un complesso di operazioni atte al recupero e alla trasmissione dei suoi valori culturali.
L’opera raffigura nel registro inferiore San Mauro (?), San Giovanni Battista e San Giacomo Maggiore, San Pietro e San Paolo; nel registro superiore San Lorenzo e San Nicola di Bari, San Bernardo e Sant’Antonio Abate; il Padreterno benedicente in gloria angelica nella lunetta e due tondi rispettivamente raffiguranti l’angelo annunziante e la Vergine annunziata.
I De Rossi sono una dinastia di pittori protagonisti della stagione artistica della riviera di Ponente durante tutto il corso del XVI secolo e testimoniano lo scambio di artisti tra Firenze e la Liguria nel momento immediatamente precedente alla svolta raffaellesca della cultura pittorica a Genova, impersonata dal ruolo fondamentale di Perin del Vaga a palazzo del Principe allo scadere del terzo decennio del sec. XVI.
Con la direzione storico-artistica del funzionario storico dell’arte Alessandra Cabella, l’intervento sarà effettuato dai restauratori del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia: Paola Parodi, Valentina Tonini, Stefano Vassallo.
Il restauro sarà l’occasione di approfondimenti scientifici che indagheranno la tecnica esecutiva dell’opera e i fattori di degrado. Punto di partenza per gli approfondimenti diagnostici saranno le indagini condotte internamente al Laboratorio da Stefano Vassallo e Angelita Mairani. La diagnostica sarà approfondita anche in collaborazione con ARPAL e i dipartimenti universitari genovesi DIRAAS e DISTAV.
Nel corso del Novecento un invasivo intervento ha alterato la struttura originaria del supporto e ha impoverito la pellicola pittorica originale con pesanti ridipinture. Lo smontaggio ha confermato che il polittico è nato come struttura a pannelli smontabili: per realizzare il complesso recupero del supporto ligneo, grazie al contributo del Comune di Portofino è stata attivata la collaborazione esterna con il restauratore Luca Venier.
Per la pulitura della pellicola pittorica verranno impiegate le più recenti metodologie, compreso l’utilizzo del laser ad erbio, le cui potenzialità sono sperimentate direttamente all’interno del Laboratorio della Soprintendenza.
Concluderà l’intervento la progettazione di un’adeguata ricollocazione che garantisca sia la fruizione dell’opera, sia le sue ottimali condizioni di conservazione.
testo a cura di Alessandra Cabella – Paola Parodi – Valentina Tonini
Ultimo aggiornamento
12 Marzo 2024, 15:54