Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia

Rapporti istituzionali con le forze dell’ordine

Referenti

Alessandra Cabella (beni storico artistici) alessandra.cabella@cultura.gov.it

Nadia Campana (beni archeologici) nadia.campana@cultura.gov.it

Anna Ciurlo (beni architettonici) anna.ciurlo@cultura.gov.it

 

La dispersione dei beni storico-artistici costituisce l’eliminazione per sempre di un patrimonio che appartiene idealmente alla coscienza della nazione, contribuendo a costituirne l’identità culturale. Con la sottrazione alla pubblica vista, i beni sono impossibilitati a svolgere la propria funzione in quanto viene impedita la loro naturale destinazione collettiva, negando così il valore ideale che costituisce elemento fondante la meritevolezza della tutela (Tesori ritrovati, catalogo della mostra, Genova 2004, pp.13-14).

L’Ufficio sanzioni e rapporti con le forze dell’ordine si occupa degli aspetti connessi con le violazioni e le opere illecite secondo quanto disposto dalla normativa di tutela dei beni culturali, che comprendono beni di natura storico-artistica, archeologica, architettonica, paesaggistica. L’Ufficio sviluppa l’istruttoria tecnico amministrativa di tutti i procedimenti sanzionatori relativi ad interventi eseguiti in assenza o difformità di autorizzazione e si occupa della salvaguardia di beni culturali mobili ed immobili.

Il servizio viene svolto in collaborazione con le forze di polizia – segnatamente col Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale – con l’istruzione delle pratiche relative tra l’altro alla detenzione illegale, al furto e al danneggiamento di beni culturali, con la finalità di garantirne la tutela, la rimessa in pristino in caso di danneggiamento, il ritrovamento, la restituzione ai legittimi proprietari o allo Stato affinché possano assolvere alla loro destinazione privilegiata che è la fruizione da parte dei cittadini.
A seguito delle denunce trasmesse dai diversi Comandi Carabinieri la Soprintendenza provvede alla compilazione della scheda “Eventi TPA – ICCD – CCTPA” che raccoglie i dati significativi caratterizzanti i beni oggetto di furto e la relativa documentazione fotografica; tali schede “segnaletiche” vengono poi trasmesse ad ogni Ente (Uffici centrali del Ministero della Cultura, le altre Soprintendenze, gli Uffici esportazione, i Nuclei Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, le Dogane, le Associazioni antiquarie) affinché possano contribuire all’individuazione o al recupero delle opere trafugate.

L’appartenenza allo Stato dei beni archeologici è stata introdotta con la Legge 364 del 1909, confermata e rafforzata dalla successiva normativa, approdando infine nell’art.91 del D.Lgs. 42/2004, che recita “Le cose indicate nell’articolo 10, da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo o sui fondali marini, appartengono allo Stato e, a seconda che siano immobili o mobili, fanno parte del demanio o del patrimonio indisponibile…”. In relazione a ciò si ricorda che il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio indica anche il corretto comportamento in caso di ritrovamento fortuito (art. 90 “Scoperte fortuite”).

Ultimo aggiornamento

28 Luglio 2023, 11:46