Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia

Tutela e valorizzazione dei Beni Antropologici

Referente: Funzionario Antropologo Dott. Nico Radi nico.radi@cultura.gov.it

Per beni antropologici si intendono le testimonianze biologiche (consistenti principalmente in resti scheletrici) di individui vissuti in epoche passate, provenienti da contesti paleoantropologici o archeologici.

Il quadro normativo di riferimento è rappresentato principalmente dagli artt. 2 e 10 del D. Lgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), fermi restando gli obblighi di legge ai sensi del D.P.R. 285/90 (Regolamento di Polizia Mortuaria).

La gestione del patrimonio antropologico, in carico al funzionario antropologo, è volta alla tutela e conservazione dei reperti ossei umani, dalla fase di scavo fino al definitivo stoccaggio in deposito e successiva catalogazione. Altro compito fondamentale è assicurarne una corretta valorizzazione, attraverso attività di ricerca scientifica diretta o autorizzando e favorendo, ove non prevalgano necessità di tutela ostative, attività di ricerca esterne. Per una panoramica completa delle competenze e delle mansioni del funzionario Antropologo si veda l’All.2 alla circ. 479/2010 della DG per l’Organizzazione, gli Affari generali, l’Innovazione, il Bilancio ed il Personale. Si veda anche quanto normato per la professione di Antropologo Fisico dall’All. 1 al DM 244/2019.

Si segnala inoltre la recente pubblicazione da parte dell’Istituto Centrale per l’Archeologia (ICA) e dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) delle linee guida per il trattamento dei resti umani appartenenti al patrimonio culturale dal titolo I resti scheletrici umani: dallo scavo, al laboratorio, al museo. La pubblicazione si rivolge a chi si occupa della gestione del Patrimonio culturale e contiene indicazioni di natura tecnica, procedurali ed etiche utili a rendere omogenee sull’intero territorio nazionale le pratiche di base del recupero, la conservazione, la tutela, lo studio scientifico e la valorizzazione di tali resti, la loro movimentazione sul territorio, le procedure di analisi e ricerca, le autorizzazioni normative, l’eventuale musealizzazione e la conservazione dei reperti.

Dal settembre 2018 è iniziata, da parte del funzionario competente, una progressiva attività di ricognizione e valutazione dello stato di conservazione dei materiali scheletrici umani di pertinenza conservati presso i depositi ministeriali e presso i musei civici sparsi su tutto il territorio regionale, tutt’ora in corso. Sono inoltre in corso attività di scavo e di supervisione di scavi in concessione di aree funerarie, attività di studio anche in collaborazione con altri enti, didattica (corso di archeo-antropologia BIO/08 in convenzione con l’Università di Genova per la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici).

Ultimo aggiornamento

1 Settembre 2022, 08:53