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Genova, Loggia di Banchi: i ritrovamenti archeologici e i restauri delle emergenze monumentali medievali e tardomedievali | video

Data:
9 Febbraio 2024

Genova, Loggia di Banchi: i ritrovamenti archeologici e i restauri delle emergenze monumentali medievali e tardomedievali | video

In occasione dei lavori per l’apertura del nuovo Museo della Città all’interno della monumentale Loggia dei Banchi è stata condotta, a partire dalla fine del 2021, un’estesa campagna di scavi archeologici, seguita da un’importante fase di restauro delle strutture emerse. L’intervento è stato supportato da due distinti finanziamenti del Ministero della Cultura, promosso dal Segretariato Regionale per la Liguria e diretto dalla nostra Soprintendenza.

Archeologia a Genova 2021-2023: gli scavi all’interno della Loggia di Banchi.

Le indagini, che hanno interessato quasi il 60% della superficie totale della Loggia, hanno portato in evidenza un’ampia porzione di città tardomedievale, mettendo in luce una situazione archeologica pluristratificata, caratterizzata da tre blocchi edilizi separati da un vicolo e da una trexenda (canale di scarico). L’analisi delle strutture ha permesso di riconoscere una molteplicità di interventi architettonici sull’impianto urbanistico originario di XIII secolo, tutti antecedenti al 1595, anno di costruzione della Loggia. Sono presenti abitazioni private e botteghe affacciate su un antico tracciato viario, corrispondente all’attuale via degli Orefici, riconducibili al quartieredegli Usodimare, uno dei raggruppamenti famigliari e mercantili più antichi e importanti della città. Gli ambienti, adibiti a depositi di merci, e la bottega di un orefice/argentiere (non a caso collocata lungo l’omonima via), documentano la valenza strategica, commerciale e finanziaria di questo settore dalla città, dove la presenza dei “banchi” dei cambiavalute assicurava il rifornimento di monete e metalli preziosi anche per le necessità produttive di una fiorente comunità di artigiani.

Al di là dei singoli ritrovamenti, quello che è emerso dal terreno rappresenta un’immagine della vita quotidiana a Genova tra XV e XVI secolo: analizzando le fondazioni, le murature, le strade sovrapposte, le botteghe e i magazzini, si intravede una città operosa e vitale. Questa caratteristica potrebbe definirsi “l’altra faccia dei Rolli”, perché gli straordinari palazzi dei nobili della città sono, se vogliamo, il frutto di quella febbrile attività mercantile che si svolge sulle strade (a Genova) e fuori (in Spagna, nelle Fiandre), lungo le rotte e nelle grandi piazze commerciali mediterranee e atlantiche.

Le scoperte hanno fin da subito rappresentato una nuova opportunità di raccontare la storia della città, imponendo una revisione del primitivo progetto museografico, con lo sviluppo di un percorso espositivo che tenga conto sia degli scavi che, almeno parzialmente, dovranno essere visibili e raccontati in maniera immersiva, sia dei dati che da questi derivano, che aiutano a comprendere le dinamiche di una città nel momento della sua massima potenza economica, il cosiddetto “Siglo de los Genoveses”.

E un altro aspetto che va sottolineato è il metodo di lavoro che ha caratterizzato questi mesi di intensa attività scientifica e progettuale: a seguito delle importanti scoperte archeologiche, è stato istituito tra le Amministrazioni interessate – Ministero della Cultura, Comune di Genova (promotore del Museo), Regione Liguria e Fondazione Compagnia di San Paolo (sostenitrice del progetto) – un tavolo tecnico di lavoro e di confronto per procedere insieme nell’individuazione dei più opportuni indirizzi e scelte progettuali che un’opera complessa come il nuovo Museo della Città comporta. Un metodo di lavoro fondamentale nei suoi contenuti e nelle sue modalità, che apre la strada ad altre importanti operazioni di valorizzazione del patrimonio culturale della città di Genova.

Ultimo aggiornamento

1 Marzo 2024, 15:50